LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Giovanni Bartezzaghi
|
|||
TERRA E PROGRESSO (1993)
Quando nascesti eri bella, eri luminosa e accogliente, eri un giardino di fiori dai mille struggenti colori.
Respiravi aria pulita e l'acque chiare e sorgive andavan per rivi sinuosi a dissetare madre natura con dolcezza e in giusta misura.
Nella notte senza lumi brillavano limpide stelle e al tenue chiarore di luna sognavi le cose più belle.
Poi con amor di svegliava la luce soave del sole che illuninandoti a giorno ti dava un dolce ed equo tapore.
E volteggiavan nei liberi cieli stormi d'uccelli festanti e branchi d'animali e mandrie di specie tra loro diverse, si nutriva e pascevan nei boschi e nelle praterie invero immense.
E rimase sempre così per mille e mille millenni fin quando l'Homo Scemus spezzò il naturale equilibrio di vita che essere allora parea di durata oltremodo infinita.
Ma ora, nell'incerto e fosco futuro, tra mucche pazze e geni cambiati la follia di pochi ci obbliga a essere in vita dannati.
Con un vento ribelle nel cuore ripenso ai bei giorni e sogno una generazione dal grande ingegno che sappia legare il progresso all'amore per l'antico regno.
|
|